Skip to content

Come semini di pomodoro

L’anno scorso ho comprato al supermercato dei semini di pomodoro, perché li ho visti, mi piace vedere le cose crescere e non avevo mai avuto pomodori. Non ci ho creduto molto, ma l’ho fatto lo stesso.
E a motivo di ciò, l’ho fatto un po’ a caso. Non ho letto come avrei dovuto fare, ho preso i semini e li ho sparsi, tutti insieme, in un vaso troppo piccolo.

E sono cresciuti. Affollatissimi e ovunque. Con occhi increduli e tanta emozione li ho ridistribuiti con più amore e attenzione, eliminando quelli di troppo, che un vaso solo avevo e lo spazio sul terrazzo era comunque limitato, e ridistribuendo quelli rimasti nello spazio a disposizione, con l’aggiunta degli stecchini, perché li ho sempre visti nei giardini degli altri, e avevo afferrato che dovevano avere un perché.

E hanno continuato a crescere.
A tal punto che hanno anche dato tre pomodori l’estate dell’anno scorso. Non ho avuto il piacere di assaggiarli, perché ero in vacanza e se ne è presa cura la vicina, cui credo sulla parola.

Non ho dato un soldo nemmeno che sarebbero sopravvissuti all’inverno. Ho continuato ad annaffiarli a modo mio, rimanendo nella mia ignoranza di come andrebbero tenuti. Col sole estivo di quest’anno quei semini senza fede e senza esperienza hanno raggiunto l’altezza delle mie spalle, mi hanno regalato il primo pomodoro rosso, ne stanno maturando altri sei, facendone spuntare di nuovi durante il weekend, insieme ad altri dodici fiori nuovi che ne promettono altri.

Cosa ne prendo da questa cronaca povera di giardinaggio inconsapevole e un po’ sconsiderato?
Mentre li guardavo prima, piena dello stesso entusiasmo che si ha da bambini davanti ai regali di Natale, pensavo a come ci sono altre cose nelle quali non credo poi così tanto, però mi ci butto lo stesso. Atti istintivi, atti inconsci, atti tanto per. E mi chiedo se come i miei pomodori non cresceranno anche loro per il semplice fatto che ci ho provato, ignara, inesperta, testarda, anche piena di meraviglia, per la resistenza e la tenacia e la resourcefulness* che le piante rivelano ogni volta, che al di là del nostro non fare o saper fare trovano il modo di crescere lo stesso.

Semini lanciati a caso possono attecchire. Amore dato in piccole dosi può bastare. Occhi che si stupiscono alle piccole cose sono sufficienti per cogliere la magia e moltiplicarla.

A volte pensiamo troppo.
Io sicuramente penso troppo. E pur avendo lasciato andare molto del mio perfezionismo che mi spingeva ad essere preparatissima a monte, pensando al vaso, all’esposizione, il terreno, chi se ne prende cura quando andiamo via ecc al punto che non era mai il momento del lancio dei semini, quante volte ho finito per ritrovarmi logorata dall’infattibilità o le mille cose da pensare e sistemare e che potrebbero succedere che vanno previste… e invece i miei pomodori mi dicono che posso essere meno perfezionista e lanciare i semini e crescere con loro.

Così intanto posso godermi ogni regalo e sorpresa, imparando a conoscere i pomodori e me, aggiustando il tiro un po’ alla volta  e accogliendo quello che mi viene offerto, senza farmi sopraffare da aspettative che vanno spesso troppo oltre.

Che dite, lanciamo qualche semino senza pensare troppo a quello che verrà ma celebrando l’atto stesso del lancio?
Il resto lo celebriamo un po’ alla volta.
Intanto osiamo.
E se sono pomodori pomodoreranno.


*resourcefulness = il tirar fuori le proprie risorse, capacità di mettere in campo le proprie risorse, che emergono spesso quando necessario (definizione non letterale da vocabolario, ma significato che attribuisco io in italiano – una di quelle parole efficiaci in inglese

Comments (0)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna su